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AIDS e COVID-19

“Chiodo scaccia chiodo”, ma, questa volta, il crudele Covid non ha scacciato il non meno triste Aids. Non si dispone di numeri ufficiali per questo periodo di tempo ma – assicurano gli operatori del caso – c’è sicuramente un plus rispetto all’anno scorso quando si registrarono, in Puglia, 182 nuovi casi di positività sì che il “Report Hiv” fa parlare di una infezione verificatasi circa un giorno sì ed uno no.

Ma quel numero 182 è registrato in difetto poiché, quando saranno definitivi registrazioni e conteggi, esso dovrebbe rasentare o superare di poco i 200. La coincidenza con il Covid, però, ha fatto registrare un numero maggiore di diagnosi tardive. La difficoltà di raggiungere il medico ed i relativi laboratori e centri, la conversione temporanea dei reparti di malattie infettive in esclusivi centri Covid, si sono  aggiunte alla classica paura di rilevare e rivelare il contagio avvenuto.

I dati dello scorso anno attestano che il 57,5% delle positività furono rilevate in soggetti che lamentavano i primi sintomi di malattia mentre quasi altri 4 su 100 presentavano già malattia conclamata. In ambedue i casi, la diagnosi tardiva e la terapia instaurata quando già il virus HIV aveva conquistato posti di comando e di distruzione nell’organismo, compromettono, a seconda dell’epoca di inizio, l’esito della cura che, oggi riesce a consentire vita quasi normale alla persona malata ed evitarne, possibilmente, la contagiosità.

Questi ritardi paurosi si sono accentuati durante lo tsunami Covid. Chi ha pensato all’Aids che, per caso e necessità, ha incentivato la propria prsenza… ignorata? E va denunciato anche che, nonostante la particolare fragilità che presenta una persona con aids o con positività HIV che si infetta di coronavirus, poco e nulla di specifico si è fatto per tutelarla. Sul piano epidemiologico, si rileva che i nuovi infettati appartengono a fascia di età tra 25 e 29 anni di cui l’85% è catalogabile per infezione via sesso maschio-maschio. Il Covid ha anche silenziato la campagna di educazione e di attenzione riguardo all’infezione e le stesse associazioni che, lodevolmente, se ne interessano hanno dovuto superare difficoltà non indifferenti. Il traguardo di “Puglia HIV free” nel 2030, purtroppo, si allontana. Ma questo attuale sia tempo di recupero.

 

Donatella Tansella

 

Foto: salute.gov.it

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